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Ingeborg Brüll

Con il loro aiuto arrivammo lì.
durata video:
03:03
intervistatore:
Ruth Deutschmann
fotografia:
Benjamin Epp
copyright location:
Innsbruck
data della ripresa:
2008-08-21
trascrizione:
... la mamma - si fece venire male alle dita a furia di scrivere. Voleva andar via ad ogni costo, in America, e allora chiese al suo fidanzato - una volta si era fidanzata - gli chiese un affidavit. Non so, lo fece o no? In ogni caso fu molto difficile avere una dichiarazione di garanzia. Si deve garantire per qualcuno. Quello lì lo fece, non lo so più così bene. In ogni caso la mamma scrisse tanto, questo lo so. Poi lui - e Ilse - ricevettero un affidavit. Tra di loro ci fu anche - una scrittrice, molto conosciuta, un’ebrea. - - Scrisse il libro. - Scrisse: „Grand Hotel“. Vicki Baum, fu lei! E pare che sia in qualche modo imparentata con noi. ... Fu il marito che era nell’ orchestra filarmonica a Vienna, Questo quì ... era nei filarmonici a Vienna. Lì - c’era qualcuno, la moglie o qualcuno, un „Brüll“. Era, credo, un Brüll. - Per questo riuscirono forse ad avere l’affidavit. - Non avremmo ancora potuto andarcene, perché non avevamo ancora raggiunto la quota. Ma quando Ilse ed io partimmo, raggiunsero anche - iù tardi raggiunsero poi la quota. E poi dicevano, che dovevamo andare nei Paesi Bassi. Tutti dicono sempre Olanda, era il Brabante, è come una provincia. Saremmo andati nei Paesi Bassi, lì i genitori sarebbero venuti a prenderci. Così era stata pensata. E purtroppo il mio babbo morì a Vienna, il 15 dicembre 1941, - il babbo non era sano, aveva problemi con il fegato, purtroppo morì, quindi non se ne fece nulla. Ma la mamma ci sarebbe andata anche da sola, per lei non faceva differenza, non voleva rimanere. E poi - ci hanno - mio padre era ancora vivo, .. mi ricordo ancora bene -, portato alla stazione. Arrivammo con l’aiuto dei quaccheri, è una setta. Ma fecero molto, i quaccheri. Con il loro aiuto arrivammo lì.